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Luca Giordano: il pittore napoletano definito “fa a’mbress”

Luca Giordano è un artista eclettico napoletano appartenente all’epoca barocca che si fece conoscere in tutta Europa

Luca Giordano è uno degli artisti più rinomati, nonché complessi, dell’arte barocca europea. Grazie al suo stile molto peculiare, gli furono affibbiati epiteti che lo contraddistinguono. Nato a Napoli nel 1634, Giordano è tra i pittori più discussi della storia.

Qualche cenno biografico

Partiamo col dire che Luca era figlio d’arte: suo padre Antonio era un modesto pittore. Insieme alla moglie Isabella Imparato, decise di battezzare il figlio nella Chiesa di Sant’Anna di Palazzo.

Già da ragazzino mostra il suo interesse per la pittura. Quasi sicuramente imparò “il mestiere” nella bottega del de Ribera. Dopodiché decise di trasferirsi a Roma per osservare l’arte dei più illustri maestri come Michelangelo, Raffaello, Polidoro da Caravaggio e i Carracci.

Dopo essersi formato secondo le sue doti artistiche, cominciarono ad arrivare le prime importanti committenze nella sua città natale, intorno al 1650. Già con i primi lavori venne in auge l’influenza che la pittura napoletana aveva avuto di Giordano, soprattutto dopo aver avuto contatti con Caravaggio.

Nel 1658 sposò Angela Margherita Dardi, a soli 12 anni, che gli diede il primo figlio, Lorenzo, undici anni dopo.

I numerosi viaggi fuori Napoli

Giordano affrontò spesso viaggi fuori Napoli alla volta di Roma, Firenze, Padova, Venezia e Genova. In questo modo, il pittore poté approfondire la propria carica espressiva riuscendo ad adattare la pittura moderna alla concezione barocca. Grazie alle sue opere ottenne pertanto un successo non solo a livello nazionale, ma anche in Europa, riuscendo ad attirare a sé molti artisti in erba.

La nazione in cui ebbe maggiore successo fu la Spagna. Alla corte iberica fu addirittura nominato “Caballeros”. Permanendo circa 10 anni a Madrid, produsse qui le sue più importanti opere tra il 1692 ed il 1702. A questo puntò tornò a Napoli dove morì nel 1705. Il suo unico desiderio fu quello di essere seppellito nella Chiesa di Santa Brigida a Napoli, dove nel 1678 aveva dipinto La Gloria di S. Brigida

Uno stile del tutto peculiare per Luca Giordano

Luca Giordano si distinse per uno stile eclettico, versatile, delicato ma al contempo complesso. La sua peculiarità era l’enorme velocità con cui effettuava le sue opere, che, come vedremo in seguito, gli avvalse la definizione di “Luca fa presto”.

Grazie alla sua capacità di inventiva, la Spagna lo assunse per farlo pittore di corte. Molti critici artistici tuttavia vanno ben oltre l’aspetto meramente pittorico dei suoi affreschi, notando oltre che la vena pittorica anche la sua vena umana e culturale.

Viene infatti considerato dalla storia dell’arte un uomo colto di vita, e pieno di risorse pittoriche. Le sue caratteristiche fuori dal comune attiravano l’attenzione di molti intellettuali del tempo, soprattutto quelli appartenenti al movimento galileiano e all’Accademia dei cartesiani. Si può dire quasi che fu precursore dell’illuminismo del 700.

Qualcuno lo ha addirittura definito un metaforico valido protagonista delle Metamorfosi di Ovidio. Forse perché si tratta di un testo che è stato fondamentale per l’opera di Luca Giordano. Il pittore ha inseguito l’inarrestabile trasformazione delle forme, sfruttando una particolare ricchezza di iconografia.

Il soprannome “Luca fa a’mbress”

Abbia già anticipato che Luca Giordano aveva avuto il soprannome di “Luca fa presto”.  Il nomignolo nacque verso la fine del Settecento in un periodo antibarocco, quando si disdegnava le capacita e le caratteristiche pittoriche di quel periodo di troppo sfarzo.

E invece dietro questo apparente epiteto ironico, si nasconde una forte personalità che non fa trasparire le origini della sua arte. Giordano amava dedicarsi alla qualità e quando divenne maturo abbastanza per impartire lezioni, chiedeva ai suoi collaboratori di non abbandonare certi livelli qualitativi.

Se inizialmente venivano confusi i dipinti degli allievi con quelli del maestro, oggi invece è facile distinguere le caratteristiche attribuendogli ciò che davvero ha impegnato i suoi pennelli. Giordano ha un disegno rapido, perché quando mette colore su tela ha già ben definito nella mente ciò che deve realizzare.

Nulla a che vedere con il tipo di stile di grandi nomi illustri di quel periodo. Non intende nascondere significati dietro i suoi affreschi: vuole mostrare proprio quello che dipinge, né meno né più. La sua leggerezza e la sua celerità non sono dunque sintomo di superficialità, ma di una personalità unica di cui Napoli può largamente sentirsi onorata di aver partorito.

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