san gregorio armeno a Napoli e i suoi presepi
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La tradizione dei presepi napoletani a San Gregorio Armeno

A Via San Gregorio Armeno, i presepi sono in vetrina h24 365 giorni l’anno. Ma le botteghe si organizzano in maniera ancor più maniacale nel periodo delle festività

La tradizione dei presepi napoletani è uno stile di vita più che una consuetudine annuale. Tramandata in città nel corso dei secoli, oggi viene considerata un punto di riferimento in città, oltre che un’attrazione turistica. Questo perché a Napoli c’è un noto quartiere, Via San Gregorio Armeno, dove, durante il periodo natalizio, vengono messi in vetrina e sugli stand lungo la strada i più bei presepi fatti a mano.

L’amore per questo simbolo tipico del natale cristiano ha portato anche alla nascita DRI musei cittadini dove si espongono pezzi storici o intere scene del presepe che ripercorrono la nascita di Gesù.

La nascita della tradizione dei presepi napoletani

Il presepe a Napoli come tradizione cittadina nasce molti secoli fa. Pare che il primo presepio sia stato allestito nel 1025 nella chiesa di Santa Maria del Presepe (almeno così documentano alcuni fascicoli ritrovati negli archivi storici).

Stando ad alcune fonti, ad Amalfi nel 1324 era stata allestita una “cappella del presepe di casa d’Alagni”. Proseguendo l’ex cursus storico, nel 1340 la regina Sancia d’Aragona (moglie di Roberto d’Angiò) portò in dono alle suore Clarisse un presepe come augurio per la nuova chiesa. Di quel presepe ci perviene oggi la statua della Madonna, custodita nel museo di San Martino.

Ci sono poi altri esempi di presepe napoletano oscillanti tra il 1475 e il 1478. Il primo è quello di Pietro e Giovanni Alemanno di cui ci sono giunte dodici statue, e il secondo invece è la scultura di marmo dell’artista Antonio Rossellino, oggi conservato a Sant’Anna dei Lombardi.

I presepi tra 600 e 800

Nel Seicento il presepe cambiò interamente la sua portata. Se prima infatti veniva rappresentata esclusivamente la grotta con la Natività, nel XVII secolo, iniziò una rappresentazione più complessa. In linea con lo stile barocco, intorno alla grotta venivano riportate le taverne per dare sfoggio ai piatti preparati dagli osti, alla frutta e la verdura. Ogni scena si arricchiva di sfarzo e di particolari, riducendo la spazio per i personaggi.

Anche durante il 1700 erano prediletti manichini in legno o in cartapesta. Fu questo il periodo d’oro del presepe della sua raffigurazione. Non era più un simbolo esclusivamente di chiesa, ma andava ad ornare anche le nobili dimore dell’aristocrazia. I borghesi, che ostentavano le loro ricchezze, facevano a gara a chi avesse il presepio più bello: ecco dunque che anno dopo anno venivano allestiti degli impianti scenografici sempre più ricercati.

All’epoca fu Giuseppe Sanmartino, forse il più grande scultore napoletano del Settecento, a ideare le più belle statuette in terracotta. La storia dell’arte riconduce proprio a lui la nascita della scuola di artisti del presepio. La scena era ormai allargata: non si rappresentava più soltanto la nascita del Bambinello ma si dava molto interesse anche alla presenza dei pastori, dei venditori ambulanti, dei re Magi, dell’anatomia degli animali.

Nonostante Luigi Vanvitelli considerasse l’arte presepiale “una ragazzata”, tutti i grandi scultori dell’epoca dedicarono molte energie ad imparare a plasmare le statuette. Questa tendenza durò fino alla fine dell’800.

La tradizione contemporanea dei presepi napoletani

A ridosso dei due conflitti mondiali, la tradizione andò lentamente scemando, per poi tornare in auge dopo il boom economico.

E arriviamo così anche ai giorni nostri. Oggi il presepe viene allestito praticamente ovunque, e a Napoli la tradizione è sentita più che mai. Non solo infatti si prepara la raffigurazione sacra nelle principali chiese del capoluogo campano ma anche per le strade della città e nelle case dei cittadini.

Essendo Napoli amante del di più la tradizione vuole che la strada di Via San Gregorio Armeno, detta anche strada dei Presepi, si affollò di gente accorsa da ogni parte d’Italia per godere delle bellezze artigianali ancora oggi prodotte.

Il presepe a San Gregorio Armeno

A Via San Gregorio Armeno, i presepi napoletani sono in vetrina h24 365 giorni l’anno. Ma le botteghe si organizzano in maniera ancor più maniacale nel periodo delle festività. Non si tratta soltanto di un tentativo di vendita, anzi. La bellezza di questa strada magica risiede proprio nella capacita di creare l’atmosfera natalizia ogni giorno dell’anno, con pochi semplici gesti.

Perchè a San Gregorio Armeno c’è boom di visitatori? Perché come sempre Napoli si distingue. E così è nata la tradizione di produrre anche pastorelli da presepe raffiguranti personalità politiche o vip, cantanti attori. Quest’anno ad esempio si pronostica un’alta richiesta di mercato delle statuette di di Salvini e Di Maio, così come quelle dei calciatori del grande Napoli.

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