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La pastiera napoletana incanta i palati di grandi e piccini da nord a sud Italia. Rappresenta il dolce tipico della pasqua partenopea, e ha una storia alle sue spalle fatta di miti e sfondi di verità.
Il mito della sirena Partenope e della pastiera napoletana
Secondo una leggenda, la pastiera napoletana nasce grazie al culto della sirena Partenope. Quest’ultima si era insediata nel golfo di Napoli ed emergeva dalle acque solo durante la primavera per salutare chi viveva alle pendici del Vesuvio e a Posillipo. La gente del posto per ripagarla dei canti gioiosi che emetteva, sceglieva 7 ragazze, le più belle del paese, e affidavano loro dei doni da portare alla sirena. Ognuno di questi doni rappresenta un ingrediente del dolce:
- La farina, rappresentava la forza;
- La ricotta era simbolo di abbondanza;
- L’uovo era emblema della vita;
- Il grano cotto era simbolo del connubio tra regno vegetale e animale;
- I fiori d’arancio erano emblema olfattivo di Napoli;
- Le spezie rappresentavano i cittadini del mondo;
- Lo zucchero era simbolo di dolcezza.
Partenope mixò tutti questi ingredienti tra loro, creando grazie alle sue mani un dolce che venne chiamato pastiera.
La storia
In vero, la realtà è stata un’altra. Il dolce era nato ad opera delle suore di un convento che inventarono il dolce mettendo insieme quegli ingredienti tipici della Risurrezione.
Quasi sicuramente il monastero di riferimento fu quello delle suore benedettine di San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli. In città sono certi che le suore del convento preparassero questi dolci da regalare alle famiglie nobili, alla ricca borghesia della città. I servitori degli aristocratici si ponevano davanti la porta del convento e veniva consegnato il dolce. In quei pochi attimi in cui il portone si apriva, l’odore dei millefiori si spargeva per la strada, e la povera gente credeva che Gesù fosse presente tra loro.
Anche la regina Maria Teresa D’Austria, “la Regina che non ride mai”, moglie del re Ferdinando II di Borbone, sorrise per la prima volta dopo aver assaggiato la pastiera ad opera del marito molto goloso. Il re esclamò:
“Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”
La storia del nome
Perché la pastiera napoletana è chiamata così? Pare che la pasta frolla utilizzata per ospitare la farcitura si lascia riposare 24 ore. Per cui il dolce viene preparato con la pasta del giorno prima, alias con la “pasta di ieri”: in dialetto napoletano si dice ” a past ra ier” che unito dà pastiera.
Così come la storia della sua nascita, anche quella del suo nome ha radici ben salde in una cultura tanto affascinante come quella partenopea.
La Ricetta
Di seguito riportiamo la ricetta per la preparazione della pastiera. Per la pasta frolla occorrono: