Napoli è la città più dolce al mondo, letteralmente parlando. Ci sono molti dessert tipici del posto, che si preparano durante le festività e non solo. Tra babà, zeppole di san Giuseppe e struffoli, la fantasia partenopea non delude mai. Ma sicuramente tra i dolci tipici del posto c’è la sfogliatella.
Qual è la storia di questo dolce speciale? Come nasce? E a cosa si deve la sua fama, oggi, divenuta internazionale?
Le origini della sfogliatella: dove nasce
Secondo quanto si narra a Conca Dei Marini, paesino bellissimo della costiera amalfitana oggi c’è un albergo di lusso. Albergo che un tempo è stato monastero dei domenicani. La struttura è caratteristica in quanto incastonata tra le rupe, quasi come volesse dominare la costa. Secoli fa albergavano qui delle monache di clausura, dedite alla coltivazione delle loro terre. Campavano mangiando quel poco che l’orto dava loro. Avendo poi molto tempi a disposizione, amavano dedicarsi all’arte culinaria dando vita a tante nuove ricette.
Chiamato allora Conservatorio di Santa Rosa da Lima, la sfogliatella viene ricondotta a questa affascinante struttura, dove tra miti e leggende riecheggia a voce alta la certezza che un dolce così saporito sia nato proprio lì. Il che dimostra che non è Napoli la patria del dessert più buono della regione campana, ma che ci è arrivato (come vedremo) solo in un secondo momento.
La storia
Siamo intorno al XVIII secolo (1700 circa). Un giorno una delle monache, che amava passare le ore in cucina a far fruttare la sua fantasia, nel pulire il suo regno, notò degli avanzi di semola bagnata nel latte che decise di non buttare (questo perché le suore non erano solite gettar via nulla). Per questo motivo si avvicinò alla ciotola e diluì il composto con della frutta secca, un po’ di ricotta e un po’ di liquore al limone.
Girando e amalgamando uscì fuori un composto niente male. Dove sieva adagiare un simile ripieno? La suora decise dunque di fare un impasto, allungato con vino e strutto, e ne ricavò due sfoglie di pasta che maneggiò con fantasia fino ad ottenere un cono che si chiudeva a cappuccio, e che ricordava quello di un monaco.
Dopo aver infornato quei coni un po’ strani, un profumo inebriante si alzò nella cucina, e a cottura ultimata, il risultato fu davvero eccezionale. Alle altre suore piacque così tanto quel pasticcino che decisero di iniziare a vendere queste delizie ai contadini del posto. In onore al convento, chiamarono il dolce appena nato: “Santarosa”.
Come giungono le sfogliatelle a Napoli
Dopo circa due secoli (intorno al 1900), quella ricetta tanto gustosa finì nelle mani dell’oste Pintauro, (ubicato in via Roma di Napoli), che era andato letteralmente in tilt per quel dolce tanto gustoso. Tuttavia si impegnò per migliorare il sapore del dolce, abolì la crema e le amarene, e cambiò la consistenza della sfoglia. Impastò un sottile nastro che piano piano andava ad avvolgere il tutto. Quella che un tempo si chiamava Santarosa aveva cambiato consistenza e sapore in meglio. Fu così dunque che nacque la sfogliatella così come la conosciamo noi.
Altre storie
In giro se ne raccontano tante di storie e leggende circa la nascita delle sfogliatelle. Secondo un’altra variante della storia pare che proprio le monache, armate di santa pazienza, si siano impegnate a migliorare il dolce. Nella lavorazione avevano creato delle striscioline larghe un centimetro e molto lunghe. Avvolgendo su sé stessa questa fettuccia venne fuori la famosa forma a conchiglia, creatasi automaticamente maneggiando l’impasto con le dita.
Qualunque sia la sua forma o la sua nascita, il risultato non cambia. Si tratta di un dolce eccezionale che improfuma le strade di Napoli, dove le più note pasticcerie inebrieranno il vostro palato con del sfogliatelle DOC.