Indice dei Contenuti
Il Golfo di Napoli, ricco di risorse e di bellezze da mostrare, viene dominato dalla Certosa di San Martino, un complesso monumentale di forte impatto visivo ed emotivo.
Chi visita la certosa, si innamora delle carrozze reali, e dei vari presepi napoletani esposti. L’atmosfera è suggestiva, quasi fiabesca, anche grazie all’enorme vascello di origine borbonica conservato e ancora in ottimo stato.
La storia
La nascita della Certosa di Parma risale al 1325. Essa fu fortemente voluta da Carlo d’Angiò, duca di Calabria, che decise appositamente di situarla accanto al castello Belforte. La realizzazione fu commissionata a Tino di Camaino e Attanasio Primario, anche se la struttura che conosciamo oggi conserva dei due soltanto i sotterranei gotici. Infatti a cavallo tra il XVI e il XVII nuovi pittori insieme a tre architetti ristrutturarono il complesso dandogli l’aspetto che ha oggi.
Grazie ai numerosi cambiamenti avuto, ad oggi la Certosa di San Martino è diventata un complesso dal valore inestimabile. Questo soprattutto grazie al suo notevole e valoroso patrimonio artistico, storico e architettonico. I marmi, gli stucchi, ma anche le sculture, hanno accresciuto la sua presenza e la sua imponenza, diventando il fiore all’occhiello del Vomero e di tutta Napoli.
Le ricchezze fornite nel corso della storia
Nel corso della storia la Certosa non ha fatto che arricchirsi sempre di più di nuovi affreschi e sculture, cambiando anche nell’arredo interno a seconda delle influenze del momento. Nel 1799 i frati dovettero abbandonare il monastero, e circa una settantina di anni dopo fu acquisito dallo Stato. Il Monumento Nazionale fu all’epoca diretto da Giuseppe Fiorelli, che lo trasformò in “museo storico” del Regno di Napoli.
Data la sua posizione strategica, e la sensazione di imponenza che dava, spesso la Certosa fu meta di interesse di artisti e letterati.
Il Museo Nazionale
Quello che oggi piace di più visitare nel complesso, è il Museo Nazionale di San Martino, dove vengono ogni anno esposti i presepi della scuola napoletana e che è quasi una teca che racchiude la napoletanità.
La chiesa si presenta con marmi, sculture, dipinti. Il tutto attorniato dal Quarto del Priore e dal Chiostro Grande. Il suo stile, rigorosamente balocco, è notevole per le sculture e il design architettonico di cui si compone. Molto caratteristico appare il coro, con la sala del tesoro e la cappella.
Le decorazioni pittoriche appartengono a Solimena, Vaccaro, ma anche a Luca Giordano, Ribera. L’aspetto scultoreo fu invece curato dallo stesso Fanzago.
Il chiosco Grande
Nonostante la Certosa di San Martino sia bella nel suo insieme, l’arte napoletana tipica del Seicento è rappresentata dal Chiostro Grande. Questo perche si compone di colonne di ordine dorico-toscano. Caratteristico è il cimiterino dei monaci certosini (con le bianche balaustre marmoree).
Si presenta imponente con teschi scolpiti, con statue del loggiato. Chi visita la Certosa e si addentra nel mistero del Chiostro Grande può ammirare anche busti dei santi certosini che si innalzano sul finto pozzo nel centro e tra i vari alberi da frutto.
Il chiostro piccolo detto anche Chiostro dei Procuratori
Oltre quello grande, c’è anche il chiostro più piccolo, conosciuto anche con il nome Chiostro dei Procuratori. Esso rappresenta la strada di entrata ai giardini e alle sale del Museo Nazionale. In fatto di dimensioni, non è inferiore a quello Grande, e la sua più grande particolarità è che al centro ospita un pozzo, costruito da Felice de Felice.
Dopo aver percorso anche il Chiostro piccolo (che insieme al grande compone i giardini della Certosa) si arriva alla sommità di San Martino percorrendo la collina del Vomero. Al termine ella strada si giunge in pieno corso Vittorio Emanuele. Qui ci sono molte specie arboree e floreali, che si affacciano sulla vista, forse più bella, del golfo di Napoli.