la canzone napoletana
in , ,

La canzone napoletana

La musica tipica dell’Ottocento non aveva la classicità della canzone napoletana come la intendiamo noi. Ma è proprio in quel secolo che la musica partenopea inizia a svilupparsi e a divenire classica

La canzone napoletana nasce più di due secoli fa e si distingue sin da subito per la portata dei suoi brani. A dedicarsi a questa arte i più importanti musicisti e parolieri, nonché, gli illustri cantanti lirici del tempo.

Le origini della canzone napoletana

Bisogna partire dal presupposto che la musica nel folklore napoletano è sempre stata importante. La sua presenza diffusa ha permesso che numerosi brani popolari potessero raggiungere il successo sperato nel giro di breve tempo.

La musica tipica dell’Ottocento non aveva la classicità della canzone napoletana come la intendiamo noi. Ma è proprio in quel secolo che la musica partenopea inizia a svilupparsi e a divenire classica.

Correva il 7 settembre del 1839, quando fa il suo ingresso nella società napoletana la canzone Te voglio bene assaje durante Festa di Piedigrotta. Il testo del brano nasce dalla penna di Raffaele Sacco mentre è Filippo Campanella a creare la musica. Tutti si innamorano di questa canzone, tanto che si vendono 180.000 copielle, ovvero fogli con scritto il testo della canzone, facendo innamorare molti editori.

Nel corso del tempo, l’evento della Festa di Piedigrotta diventerà un punto di riferimento per l’esordio di nuove canzoni napoletane, che lasciano innamorare la società del tempo.

I massimo esponenti della canzone napoletana classica

Dalla fine dell’Ottocento e fino alla prima metà del Novecento, la canzone napoletana vive il suo periodo d’oro. La Festa di Piedigrotta rappresenta il trampolino di lancio per i migliori. Consente inoltre ai big di potersi esibire:  Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ernesto Murolo, E.A. Mario, Ferdinando Russo sono alcuni dei nomi che riescono ad emergere in un simile contesto.

Qualcuno dice che anche il grande Gabriele D’Annunzio abbia provato a scrivere un brano della canzone napoletana, “A Vucchella”, per dare prova che nemmeno la lingua napoletana fosse un mistero per lui.

La canzone nel ‘900

A partire dal Novecento, la canzone napoletana prende quota anche al di fuori dei confini italiani: molti lirici portano infatti nei teatri la straordinarietà della musica della loro terra. Dopo il Secondo conflitti mondiali, pur essendoci le difficoltà nella città di Napoli provocate dalla fine della guerra, la musica e le parole delle canzoni continuano a sposarsi alla perfezione grazie alla bravura degli artisti.

All’epoca raggiunge l’apice del successo Totò con la sua Malafemmena ma anche Renato Carosone. Proprio Carosone, abile pianista e jazzista, porta all’interno della musica napoletana la sua conoscenza afroamericana, per creare un nuovo tipo di macchietta. La macchietta era una tipologia di esecuzione della canzone napoletana, in cui si parlava di personaggi e situazioni in modo molto satirico. Tra i più bravi alla macchietta ricordiamo Nicola Maldacea, Nino Taranto, Vittorio Marsiglia.

Festival di Napoli

Intorno al 1960 prende vita il Festival di Napoli, predecessore del Festival di Sanremo, che riusciva a portate la diffusione della canzone partenopea un po’ in tutta Italia. Grazie al Festival, iniziano ad acquisire notorietà personaggi Sergio Bruni, Mario Abbate, Angela Luce, Giacomo Rondinella, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo. Buona anche la fama per Mario Trevi, Tony Astarita, Maria Paris, Mirna Doris, Mario Merola.

Grazie alla nascita e allo sviluppo del Festival di Sanremo, altri cantanti raggiungono il successo. Tra questi ricordiamo Domenico Modugno, Claudio Villa, Carla Boni, Wilma De Angelis, Ornella Vanoni e personaggi della scena, tra cui Renato Rascel, Franco Franchi, Nino Taranto e Oreste Lionello.

Alcuni titoli tra le più note

La canzone napoletana classica nata nell’Ottocento ha raggiunto il suo exploit nel corso degli anni. Il successo è durato sino al 1970, quando fu chiuso il Festival di Napoli. Tra le canzoni più note che si susseguirono nel corso degli anni troviamo: Cicerenella, Lo guarracino, Te voglio bene assaje, Santa Lucia, Funiculì funiculà. Ma anche Era de Maggio, O sole mio, I’te vurria vasà, Torna a Surriento, Come facette mammeta, Tarantelluccia, Core ‘ngrato, Ninì Tirabusciò, ‘O surdato ‘nnamurato. E poi ancora Reginella, Passione, Dove sta Zazà?, Tammuriata nera, Anema e core, Malafemmena, Maruzzella, Chella llà, Caravan Petrol.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

la minestra maritata a napoli

La minestra maritata

San Gennaro e il miracolo del sangue

San Gennaro patrono di Napoli